Ho trascorso tre mesi all'hotel Tivoli di Luanda.Dalla mia finestra vedevo la baia e il porto.Lungo la costa stazionavano i mercantili delle linee oceaniche europee.I loro comandanti,in continuo contatto radio con l'Europa, sapevano quel che accadeva in Angola molto meglio di noi, rinchiusi nella città assediata(1975 ndr.). Quando le radio di tutto il mondo annunciavano l'imminenza della battaglia per la conquista di Luanda, le navi prendevano il largo e si fermavano sulla linea dell'orizzonte. Con loro si allontanava anche l'ultima speranza di salvezza:fuggire via terra era impossibile e quanto all'aeroporto,correva voce che il nemico stesse per bombardarlo. Poi si veniva a sapere che l'attacco a Luanda era stato rimandato e la flotta rientrava nella baia, riprendendo la sua interminabile attesa dei carichi di caffé e di cotone.
Il movimento delle navi era per me un'importante fonte d'informazioni. Ogni volta che la baia si svuotava mi preparavo al peggio. Tendevo l'orecchio per spiare il rombo dei cannoni. Mi domandavo se non ci fosse del vero in ciò che si sussurrava tra i portoghesi,vale a dire che in città si tenessero nascosti duemila soldati di Holden Roberto, in attesa di un segnale per dare il via alla carneficina. Nel bel mezzo di tutte queste ansie,ecco che le navi rientravano in porto. Salutavo come liberatori quei marinai sconosciuti:per un po' si poteva stare tranquilli.
Nella camera accanto alla mia vivevano due anziani signori:dom Silva,mercante di diamanti, e sua moglie,donna Esmeralda, che stava morendo di cancro. Trascorreva i suoi ultimi giorni senza aiuti né cure,dato che gli ospedali erano tutti chiusi e tutti i medici partiti. Il suo corpo, contorto dal dolore, sprofondava in una montagna di cuscini.Entrare in quella stanza mi faceva effetto. Un giorno bussai per chiedere se di notte il ticchettio della mia macchina da scrivere non la disturbasse troppo. La sua mente emerse dal dolore solo per il tempo necessario a rispondermi:"No,Ricardo,ormai niente più può impedirmi di arrivare alla fine".
Di fronte a me abitava una giovane coppia, Arturo e Maria. Lui funzionario coloniale,lei una bionda calma e taciturna dallo sguardo velato e sensuale.Aspettavano di partire ma prima dovevano cambiare i soldi angolani in valuta portoghese, cosa che, viste le code chilometriche davanti alle banche, richiedeva settimane. La nostra cameriera, una vivace e affettuosa vecchietta chiamata donna Cartagina, mi disse indignata all'orecchio che Arturo e Maria vivevano nel peccato.Come i neri, come quei senzadio dell'MPLA( Movimento popolare per la liberazione dell'Angola). Nella sua scala di valori era il massimo dell'infamia cui potesse spingersi un bianco. Anche donna Cartagina aspettava l'arrivo di Holden Roberto.Dato che nessuno sapeva dove fosse il suo esercito me nechiedeva notizie di nascosto.Mi chiedeva anche se nei miei servizi parlassi bene dell'FNLA(Fronte nazionale per la liberazione dell'Angola)."Benissimo" le rispondevo.
In segno di gratitudine mi tirava a lucido la camera e, quando in città non si trovava da bere, mi portava, scovata chissà dove, una bottiglia d'acqua minerale. Da quando le avevo detto che mi sarei trattenuto a Luanda fino all'11novembre, giorno dell'indipendenza dell'Angola,Maria invece mi trattava come un uomo votato al suicidio. Secondo lei della città non sarebbe rimasto pietra su pietra. Sarebbero morti tutti e Luanda sarebbe diventata un grande cimitero abitato da iene e avvoltoi..............................................................................................................
Le dicerie esasperavano gli animi.Logoravano il sistema nervoso, toglievano la capacità di pensare. Immersa in un'atmosfera d'isterismo, la città tremava di paura. Nessuno sapeva come affrontare, come spiegare o da che parte prendere la realtà che tutt'a un tratto si trovava davanti. Gli uomini si affollavano nei corridoi dell'albergo, improvvisando consigli di guerra. I pragmatici privi di fantasia proponevano di barricarsi all'interno del Tivoli durante la notte. Gli individui capaci di pensare più in grande e dotati di una visione del mondo meno ristretta suggerivano di spedire all'ONU un telegramma con la richiesta di un intervento. Ma, come spesso succede nelle discussioni tra gente d'origine latina, tutto finiva in litigio.
MARIANNA 06 (UKUNDIMANA)
Buongiorno Marianna. Hai riportato un bel "pezzo". Rende bene l'atmosfera di instabilità, di incertezza e di dramma al quale si partecipa da inermi ed incosapevoli protagonisti obbligati.
Mi auguro che Diego abbia un robusto appetito.
luigi
Scritto da: gobettiano | 28/07/08 a 08:08
Carissimo Luigi, buon giorno anche a te!
Grazie per l'apprezzamento.
Diego si comporta bene perchè mangia e dorme. Oggi lo porteranno al controllo peso,visita audiometrica ed oculistica.
Poveri bambini!!
Ti farò sapere poi i risultati.
Un abbraccio affettuoso. Marianna
Scritto da: marianna | 28/07/08 a 08:31
Buongiorno, Marianna. Questo estratto rende bene il senso di incertezza e di angoscia che prende quando mancano i punti di riferimento, le informazioni sono i "sentito dire" e si viene trasportati dagli avvenimenti senza la possibilità di controllarli. Chiunque abbia fatto questa esperienza non darà mai più per scontata la relativa sicurezza di cui disponiamo attualmente nell'Europa occidentale
A presto, buon inizio di settimana
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 28/07/08 a 09:02
Carissimo Dragor,mentre volentieri riportavo le parole del capitolo introduttivo dell'ultimo reportage pubblicato di Kapuscinski, pensavo alle mille situazioni di disagio che continuamente si verificano in Africa. Pensavo al Ruwanda e a quando tu e i tuoi vi siete trovati in enorme difficoltà.
Certo la prosa di Kapuscinski non è la mia. Ma partecipare della sua "scrittura" per me è come ascoltare un "notturno" di Chopin.
Oltre che infaticabile viaggiatore, è uno scrittore veramente grande, a mio parere. Se entri nella sua "officina" te ne rendi conto.
A me poi piace molto anche fare l'analisi semantica dei testi, sia prosa che poesia.
Un abbraccione e buon pranzo.
Marianna
Scritto da: marianna | 28/07/08 a 13:36
Kapushinsky e' un maestro di verita' e onesta' ed io ho letto anche questo libro (non sapevo che vi fosse una versione italiana, fino a un paio d'anni fa non esisteva), he e' interessantissimo per capire il periodo che precede l'11 di novembre 1975,quando l'MPLA, mentre respinge l'attacco della FNLA da nord, dichiara la gloriosa indipendeza dell'Angola, mentre i portoghesi, non scacciati da reale minaccia, ma terrorizzati dal senso di colpa storico, scappano senza senso. Per chi voglia visitare Luanda, e' cambiata moltissimo ma l'hotel Tivoli c'e' sempre.
Scritto da: Enrico Muratore | 28/07/08 a 15:45
Carissimo Enrico, molto utile questa tua precisazione riguardo la guerra di liberazione.
E bello anche che ci sia ancora l'hotel Tivoli a Luanda.
Grazie, Marianna.
Ps. Enrico quando m'invii materiale ricordati che non conosco l'inglese ma solo il francese.(ovviamente la cosa ti è sfuggita).
Scritto da: marianna | 28/07/08 a 16:30