Il KENYA, di cui i nostri media ormai quasi non parlano più,sta vivendo momenti cruciali :è vicino alla pace ma il pericolo del ritorno alla violenza è ancora reale.
Un recente Rapporto dell'International Crisis Group denuncia il fatto che entrambe le parti stanno ancora mobilitando gruppi paramilitari.
"La situazione rimane estremamente pericolosa-rivela una fonte attendibile. A Kisumu,per esempio, la gente normale è ostaggio di bande di giovani che sono finanziati da qualcuno. Gli abitanti di un quartiere della città si sono ribellati ed hanno ucciso alcuni teppisti che continuavano a saccheggiare e ad uccidere.Questi gruppi dicono che il lavoro non è finito. Ossia l'uccisione delle persone di etnia rivale deve continuare e, lungo le strade, si vedono mucchi di pietre per la creazione di posti di blocco. Basta una chiamata al cellulare per radunare i teppisti e creare un nuovo posto di blocco. Sempre attraverso i cellulari continuano ad essere diffusi messaggi di propaganda e di odio."
Per stabilizzare la situazione occorre allora superare una politica fondata sulla divisione tribale,anche se la vera causa dell'inferno che si è scatenato in Kenya non è la divisione etnica;occorrono riforme come il decentramento amministrativo dal momento che per qualsiasi atto bisogna fare capo a Nairobi. Per avere la pensione, per ritirare un diploma bisogna sempre andare nella capitale. Ciò genera inefficienza e quindi corruzione, frustrazione ed esasperazione.
L'economia del Paese è in mano ad una piccola élite che controlla la maggior parte della terra e della ricchezza. Vi sono persone che possono permettersi tutti i giorni un pranzo da 10mila scellini mentre la maggioranza della gente è fortunata se riesce a tirare avanti con 3mila scellini.
Politicamente,le due parti in causa,Kibaki ed Odinga, pare abbiano ammorbidito le loro posizioni.Non è chiaro però se queste aperture negoziali siano solo giochi di potere o se invece si vuole realmente il bene della nazione ed ,in primis, il ristabilimento della pace.
A cura di MARIANNA MICHELUZZI
Marianna, i link alle recensioni sono nel post.
Esse sonostate scritte da Irene, Patricia e Pier Luigi.
Buona giornata, Fino
Scritto da: Fino | 26/02/08 a 12:06
Stavano sicuramente meglio come colonia inglese. Con qualche anno in più di amministrazione coloniale, forse avrebbero assorbito i principi democratici indispensabili per autogovernarsi
Un abbraccio, buona giornata
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 26/02/08 a 12:56
Grazie Fino, le ho lette. Ottime recensioni. Tutto aiuta ad avere una certa visibilità.Buon pranzo ed ancora auguroni per tutto. Marianna.
Scritto da: marianna | 26/02/08 a 13:27
Carissimo Dragor, finalmente!
Quasi certamente hai ragione tu, visto quello che si sta verificando. Ritorniamo pertanto al solito discorso dei tempi lunghi della STORIA.
Buon pranzo, un abbraccio e non sparire.
Marianna.
Scritto da: marianna | 26/02/08 a 13:30
Ho ascoltato a "Le invasioni barbariche" su La7 un'intervista a Padre Renato Kizito Sesana che in Kenya si occupa dei bambini di strada. ha disegnato la situazione come molto difficile ma come suscettibiledi speranza per poter aiutare almeno i bambini. Mi ha colpito molto.
luigi
Scritto da: luigi | 26/02/08 a 15:17
Ma la pace, un giorno, arriverà? Io me lo auguro...
Scritto da: Fabioletterario | 26/02/08 a 16:08
Caro Luigi p.Renato Kizito Sesana è un grande missionario comboniano insieme ad Alex Zanotelli. Sono quelli della nostra generazione che credono in un Vangelo non predicato a chiacchiere. Sono stati e sono sempre in prima linea, disposti a sporcarsi le mani,a mettersi in gioco.Mi spiace per Dragor che non la pensa così. Sono felice invece che tu apprezzi.Con loro non c'è trucco e non c'è inganno.P. Renato non lo conosco personalmente, Alex sì,che per altro, dopo le baraccopoli del Kenya, ora è a Napoli. Io l'ho conosciuto a Verona in uno dei convegni LVIA.
Grazie del tuo intervento.Un abbraccio. Marianna.
Scritto da: marianna | 26/02/08 a 16:35
Ciao, Fabio. Mi piace molto la tua positività di vedute.Anch'io la penso così, mi rammarico però che il prezzo per arrivare all'obiettivo desiderato è molto alto.E tante le vittime per strada.
Se pensi però anche alla nostra Storia i tempi lunghi non possono non essere.Un abbraccio e vengo da te. Marianna.
Scritto da: marianna | 26/02/08 a 16:40
E' sempre molto interessante quello che leggo da te... Speraimo che trovino davvero la via della pace, un abbraccio, Giulia
Scritto da: giulia | 27/02/08 a 10:10
Carissima Giulia intanto sono contenta di ritrovarti qui da me.
Come sai queste situazioni di cui scrivo sono complesse e di difficile soluzione. Io però ritengo importante non abbassare la guardia e parlarne, parlarne finchè qualcuno ascolta, magari anche i distratti. Io non posso fare molto ma questo che posso fare, lo faccio con profonda convinzione d'essere nel giusto. Non mi importa se qualche piccolo risultato per queste popolazioni si verificherà nei tempi lunghi.Meglio così che il silenzio o..... parlare del Festival di Sanremo.Non credi?
Un abbraccio con tanta stima. Marianna.
Scritto da: marianna | 27/02/08 a 13:35