Si è tenuto in questi giorni,a Roma, un seminario organizzato da Action Aid dal titolo "Sostegno al bilancio:il miglior aiuto?"
Il sostegno al bilancio dei Paesi Poveri, noto come "budget support", è diventato ormai una voce importante dell'agenda dell'aiuto allo Sviluppo delle nazioni europeee. Ma destinare un'alta percentuale dell'aiuto pubblico al canale bilaterale è una pratica che non convince molto la società civile del Nord e del Sud del mondo.
Il sistema del "budget support" presenta luci e ombre perchè è vero che ha il merito di rafforzare le responsabilità dei governi nazionali beneficiari ma spesso è vittima della corruzione e/o quindi della cattiva gestione dei fondi, per altro al momento non adeguatamente monitorata.
Le ONG(erano presenti al seminario rappresentanti delle Organizzazioni non Governative accanto a ad esperti della Cooperazione italiani ed europei, ricercatori ed esponenti di governo e parlamento) hanno subito lamentato che la società civile dei Paesi destinatari non è quasi mai consultata e coinvolta direttamente.Ciò significa che viene automaticamente esclusa da ogni processo partecipativo all'interno di una politica di sviluppo.
Addirittura talora sono emarginate e non possono entrare nel merito della ripartizione delle risorse ricevute le stesse istituzioni rappresentative dei Paesi destinatari. Il sistema spesso è servito solo a fare pressione su Paesi fragili e privi di una reale capacità negoziale per ottenere contropartite di natura politico -strategica. Denunce pesanti. Levatesi , in verità,da più parti.Importanti però per avere chiaro il quadro della situazione.Ecco allora che torna lo spettro dell'aiuto" legato", che detta le condizioni della sua fruizione ai Paesi del Sud del mondo, vincolandoli però ad investire su imprese e prodotti degli Stati da cui si riceve finanziamenti.
Attualmente il "budget support" sostiene circa 25 Paesi poveri, la maggior parte dei quali sono in Africa Subsahariana e copre, per quei contesti, dal 5 al 30 per cento della spesa pubblica. "Cifre troppo elevate nelle areee di conflitto o postbelliche-ha detto l'esperta britannica Karin Christiansen- perchè la storia ha dimostrato e dimostra di continuo che solo una minima parte degli stanziamenti dati ai governi arriva alla popolazione".
Nonostante ci siano state altre dichiarazioni analoghe, per molti dei presenti al seminario il"budget support" è una pratica da non abbandonare. "Semmai occorre lavorare sui sistemi di controllo e monitoraggio della gestione dei soldi-ha precisato Patrizia Sentinelli, vice ministra degli Esteri del Governo uscente con delega alla Cooperazione."
Dello stesso parere molti altri dei presenti al dibattito anche perchè, si precisava, sarebbe terribile scoprire che gli aiuti dati siano poi stati spesi per l'acquisto,ad esempio, di armamenti.
A CURA DI MARIANNA MICHELUZZI
Le cifre imponenti del budget support sono soggette al cinismo ed alle convenienze. E come sempre accade,il risultato del proprio operato è conforme alle intenzioni vere. E si vede.
luigi
Scritto da: luigi | 28/02/08 a 10:25
Concordo in pieno Luigi.Il problema è come intervenire per modificare le cose. Personalmente penso che l'operato di piccole ONG possa incidere meglio sulle popolazioni locali e con maggiore coinvolgimento.Però tu capisci bene che si combatte con gli interessi politco- economici del Nord del mondo(Italia inclusa) + la corruzione dei governi locali del Sud.
Non è facile districarsi. Il monitoraggio di cui si parla poi come e da chi viene fatto? Anche con le migliori intenzioni ci sono sempre mille interrogativi. L'importante però è non arrendersi o fare discorsi qualunquisti. Siamo tutti maggiorenni e vaccinati.
Un abbraccio e buona giornata. Marianna.
Scritto da: marianna | 28/02/08 a 12:38
Si' Marianna, le "denunce pesanti" sono in realtà quello che sanno anche i sassi e di solito viene taciuto per opportunismo. Ho visto in varie occasioni come gli aiuti provenienti dall'Europa vengano regolarmente riciclati nel commercio e a volte non arrivino nemmeno in Africa perché sono intascati dai raccoglitori di fondi. Quanto alle armi, dove credi che trovino i soldi per comprarle? Come per caso, nei paesi dove manca tutto, le armi non mancano mai.
Bisogna obbligare i governi alla trasparenza: non riceveranno più niente se non permetteranno a una commissione internazionale di controllare fino all'ultimo centesimo l'impiego dei fondi. Bel post, insisti sull'argomento. In questo momento gli aiuti all'Africa sono l'imbroglio più colossale del pianeta.
A presto, buona giornata
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 28/02/08 a 13:04
Farò quello che mi suggerisci anche perchè ho in serbo una lettura che i nostri amici devono giustamente conoscere dal momento che su certe cose, per essere informati, si deve cercare sempre e solo in certe nicchie.E non va bene.
A presto ma dopo,ahimé, il dentista! Lo dico(l'ahimé) solo perchè è diventata una noiosa "storia infinita".Ciao, Marianna.
Scritto da: marianna | 28/02/08 a 13:21
Chi controllerà i controllori internazionali?
Tesea
Scritto da: tesea | 28/02/08 a 13:38
Anche questo è vero,carissima Tesea. Un abbraccio e , vista l'ora buon pranzo.Marianna.
Scritto da: marianna | 28/02/08 a 13:48
PER TESEA:
Ti avevo scritto in posta 5 minuti fa ma non è partita. Con queste e-mail c'è da far spazientire anche i santi.Per non parlare dei ritardi notevolissimi dalla partenza all'arrivo. Quando arrivano. Felice notte. Marianna.
Scritto da: marianna | 28/02/08 a 21:03
Solo per segnalarti questo:
http://www.artistforafrica.it
;-) duccio
Scritto da: Duccio | 28/02/08 a 23:00
http://www.artistsforafrica.it
Scritto da: Duccio | 28/02/08 a 23:01
Grazie, Duccio. Adesso provo ad entrare. Buon lavoro. Marianna.
Scritto da: marianna | 29/02/08 a 08:39
Per Tesea: si controlleranno a vicenda. Ecco perché la commissione dev'essere internazionale
Ciao a tutti
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 29/02/08 a 09:14
Marianna, il secondo link funziona!!!
;-) duccio
Scritto da: duccio | 29/02/08 a 09:49