In questi giorni l'Alto Commissariato delle NAZIONI UNITE per i RIFUGIATI e il WORLD CONCERN hanno iniziato una seconda distribuzione di beni di prima necessità a circa 3000 sfollati a Narok, 140 chilometri a sud-est di Nairobi.
Inoltre camion carichi di materiale sanitario,destinato a donne e bambini, sono partiti per le principali città della provincia del Rift Valley.
Tra i beni di prima necessità ci sono kit per famiglie composti di teli di plastica per costruire ripari,coperte, taniche, zanzariere e set da cucina.
I principali problemi per gli sfollati sono ovviamente la situazione abitativa e le precarie condizioni igienico-sanitarie.
Le chiese ed anche alcune stazioni di polizia offrono riparo a queste masse di persone che, pur nelle difficoltà, conservano intatta la propria dignità.E questo non va dimenticato.
La scorsa settimana l'UNHCR ha fornito alla CROCE ROSSA kenyana 400 kit da distribuirsi a circa 2000 famiglie residenti nell'area degli slum di Nairobi.
Nell'insieme per fronteggiare il fabbisogno sono stoccati nei magazzini dell'UNHCR di Nairobi 3200 kit per famiglie sufficienti per 16mila persone.
Fortunatamente, al momento, i campi continuano ad avere una natura transitoria perchè molti degli sfollati tendono a raggiungere le aree di origine del proprio gruppo e ricongiungersi ai propri parenti o familiari.
Sembra quindi che il ritorno alla calma in certe aree del Paese faccia ben sperare per quanto riguarda il numero delle persone costrette a vivere disagi. Sostanzialmente siamo in fase decrescente.
L'UNHCR nel mentre continua a lavorare nella gestione dei campi con la CROCE ROSSA kenyana ed altre organizzazioni non governative.
Il budget complessivo dell'UNHCR per la situazione Kenya ammonterà a 6,4 milioni di dollari,destinato in prevalenza alla protezione,all'assistenza eda alla costruzione di alloggi di emergenza.
MARIANNA 06
Cara Marianna
Gli aiuti umanitari sono necessari in questa fase. Ma abbiamo bisogno di soluzioni ai problemi politici, sociali e di giustizia perchè la crisi umanitaria non diventi infinita (come nella Costa d'Avorio).
Abbiamo allora creato l'associazione Peace Kenya! che milita per varie azioni urgenti nel campo ed internazionalmente per mettere un termine alla crisi in Kenya in maniera durevole, anche attraverso l'impegno dell'Italia e degli Italiani, perchè, non dimentichiamolo, in Kenya vivono, lavorano e intraprendono migliaia di italiani.
Peace Kenya!, Gruppo di sostegno alla pace ed alla democrazia in Kenya è un’associazione di attivisti per i diritti umani e la pace, sorta attraverso Internet per contribuire alla risoluzione della crisi post-elettorale in Kenya. I nostri obiettivi:
Vogliamo sottolineare la necessità che allo sforzo di mediazione politica in corso siano associati i principi di partecipazione della società civile, di rispetto dei diritti umani, di giustizia per le vittime degli atroci crimini commessi, e di riconciliazione vera dei cuori della gente, attraverso la necessaria azione delle istituzioni keniane in difesa dello stato di diritto, e l’impegno del mondo dell’arte e della cultura, e dei mezzi di comunicazione di massa keniani nella diffusione di una cultura di pace e di diritti.
Riteniamo che sia necessario l’impegno della società civile internazionale, della pubblica opinione informata, perchè questo avvenga, e considerando che la crisi potrà rientrare se agiamo celermente, abbiamo ritenuto di entrare in azione con i mezzi non violenti a nostra disposizione.
Sosteniamo infine l’appello che il Premio Nobel per la Pace, la Keniana Wangari Maathai, ha rivolto al Presidente Napolitano, di intervenire personalmente per riconciliare le parti in Kenya, perchè pensiamo che l’Italia abbia un ruolo da svolgere, per il Kenya, per i keniani, e per i nostri numerosi compatrioti che vivono, lavorano e intraprendono in Kenya.
Enrico Muratore
Rappresentante di Peace Kenya!
Organizzazione della società civile
per l’azione preventiva dei conflitti,
e per la pace ed alla democrazia in Kenya
attraverso l’impegno della società,
dell’arte, della cultura e dei media
[email protected]
[email protected]
Nairobi: 00254-724554675
Ventimiglia: 0039-3482312307
Scritto da: Enrico Muratore | 16/01/08 a 11:08
Caro Enrico concordo in pieno con gli obiettivi di "Peace Kenya".
E, nel rispetto di chi ospita il mio blog e naturalmente di coloro che mi leggono, ho ben presente il problema Kenya e m'impegno a fornire le informazioni man mano che mi giungono.
Ti vorrei pregare di inviarmi e-mail in italiano, al massimo in francese, perchè, purtroppo per me, non conosco l'inglese.
Ti saluto con l'augurio che il nostro Kenya possa ritrovare quanto prima la pace cui aspira.
MARIANNA MICHELUZZI
Scritto da: marianna | 16/01/08 a 13:27
Auguriamoci che tutti quei milioni di dollari arrivino nelle tasche giuste!
Tesea
Scritto da: tesea | 16/01/08 a 14:28
Lo speriamo tutti,carissima.Ma,come scrive Enrico, sono altri gli obiettivi cui dobbiamo puntare perchè non esistano più queste emergenze.Lo stesso denaro potrebbe essere impegato per altre finalità se gli uomini s'impegnassero a costruire davvero nei fatti la pace.
Un abbraccio. Marianna.
Scritto da: marianna | 16/01/08 a 15:30
Avendo eperienza di campi, posso suggerire un oggetto prezioso per salvare delle vite: dei paletti da piantare nel terreno. Sono indispensabili per appendere le ampolle delle fleboclisi che servono a idratare i malati di colera e dissenteria. Molti poveracci sono morti cercando di tenere l'ampolla con la mano perché non avevano il palo.
Good night, un abbraccio, a domani
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 16/01/08 a 22:19
Grazie Dragor del suggerimento. Spero chi affronta l'emergenza sappia anche queste cose.
Elementari ma fondamentali perchè possono,in circostanze difficilissime, salvare una vita umana.
Marianna.
Scritto da: marianna | 17/01/08 a 09:02