Se per matematica s'intende quella disciplina scientifica che, facendo ricorso al metodo deduttivo, studia le proprietà di entità astratte quali i numeri e le figure geometriche, la risposta è senz'altro no.
Ma in Africa,da nord a sud,da est ad ovest, ci sono cantastorie tradizionali capaci d'intuire il massimo comune denominatore di due numeri, mentre tracciano segni sulla sabbia.
Le donne che intrecciano stuoie mostrano una sorprendente conoscenza della simmetria. Per non parlare dell'abilità di calcolo dei mediatori somali quando contrattano il prezzo del bestiame.
Esiste una matematica africana dunque se per matematica intendiamo quel complesso di attività che l'uomo pone alla base delle sue azioni finalizzate ad affrontare e risolvere alcuni dei problemi che la vita gli pone.
Questo allora ci porta a dire che culture diverse,leggi NORD e SUD del mondo, danno origine tanto a strumenti linguistici diversi, mediante i quali comunicare, le diverse lingue parlate e scritte, quanto a linguaggi matematici diversi.Sinceramente un viaggio mentale alla scoperta dell'Euclide nero ha il suo fascino.
Comprendiamo subito intanto che esistono tante matematiche quanto sono le culture sparse sul Pianeta. E soprattutto che quella che si insegna nelle nostre aule scolastiche è uno strumento creato da addetti ai lavori,appartenenti ad un particolare gruppo culturale, per comunicare tra loro, indipendentemente dai contesti culturali di provenienza.
Ecco che dall'osservazione della realtà africana apprendiamo invece che l'idea di matematica intesa come complesso di conoscenze di tipo universale è superata in favore del più ampio concetto di "attività matematiche" integrate in un dato contesto culturale. In parole povere le conoscenze matematiche,appannaggio di tutti i popoli, scaturiscono molto semplicemente da attività spontanee come il contare, il misurare, il situare, il disegnare, il giocare.
E apprendiamo altresì quanto non sia corretto fare delle valutazioni tra le conoscenze matematiche di culture "altre" e quelle dominanti,nostre, del mondo occidentale.
Molte di queste conoscenze matematiche sono utilizzate,come detto in apertura, nello svolgimento di attività comuni della vita reale.
Un esempio? In Angola ed in Mozambico i cantastorie tradizionali accompagnano i loro racconti disegnando sulla sabbia tanti punti prima in forma di tabella e poi tracciando in obliquo, e secondo regole solo a loro note, una linea continua che racchiude tutti i punti. I disegni ottenuti possono successivamente essere arricchiti in modo da ottenere figure che si rifanno alla storia raccontata.
E poi disegni e figure geometriche di estrema precisione sono riscontrabili nell'arte dell'intrecciare stuoie,ceste, borse.E questo in quasi tutte le etnìe del continente africano.
Insomma questo modo di fare matematica oltre che decisamente più simpatico,potrebbe riconciliare molti studenti,se si mettessero sulle sue tracce,scomodando un po' di etnografia, con l'arida ed astratta disciplina che ci viene insegnata fin da piccoli nelle nostre scuole.
A CURA DI MARIANNA MICHELUZZI
Beh! Non sono molto d'accordo.Comunque che le culture africane abbiano costruito interessanti, funzionali e magari pittoreschi strumenti matematici per le loro necessità sarebbe interessante da conoscere ecomprender.
luigi
Scritto da: luigi | 15/01/08 a 09:40
Perchè non sei d'accordo,Luigi?
Io ritengo che per chi come me,ad esempio, non ha mai avuto un buon rapporto con la matematica, un percorso del genere potrebbe essere stimolante ed invogliare ad approfondire la cosa e magari scoprire l'universalità e quindi la bellezza della matematica.
Riferendomi a chi non ama questa disciplina ma ha una testa pensante ecco una strategia.Tutto qua.
Ti abbraccio e spero che oggi sia più sereno di ieri. Con affetto Marianna.
Scritto da: marianna | 15/01/08 a 12:52
Questi sistemi di notazione mi sembrano quelli in uso nelle scuole primarie, dove i bambini non sono ancora capaci di astrarre. E' interessante qusta analogia fra la matematica infantile e quella primitiva. In Africa la mancanza di una notazione scritta ha portato alla perfezione le notazioni orali. Una tradizione che si sta perdendo
Un abbraccio, buona serata
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 15/01/08 a 20:30
Non citerò le piramidi egizie, alla cui edificazione certamente contribuirono matematici e ingegneri anche stranieri.
Però credo che persino per la costruzione delle capanne di fango siano necessarie nozioni sia pure elementari di statica legate alla fisica e alla matematica.
Tesea
Scritto da: tesea | 15/01/08 a 21:41
Caro Dragor peccato davvero che queste tradizioni vanno perdendosi.E' il prezzo che si paga al progresso.Giustamente.
Ci sarà sempre però qualche studioso che approfondirà la cosa e la comunicherà agli altri.Per fortuna.
Grazie d'essere venuto.Un abbraccio e buona notte. Marianna.
Scritto da: marianna | 15/01/08 a 21:55
E' verissimo e provato ciò che dici, cara Tesea.Ed è molto bello pensare di cosa sono stati capaci quegli uomini in quei tempi così lontani dal nostro"progresso" e pieni di situazioni avverse.
Buona notte ed un abbraccio affettuoso anche a te. Marianna.
Scritto da: marianna | 15/01/08 a 21:59
Mi riferivo, cara Marianna, al fatto che,ciò che in qualunque epoca ed in ogni paese servea quantificare,dsegnare, misurare,costruire, consapevolmente o meno fa riferimento a quello che, magari solo oggi, chiamiamo matematica.Edalla matematica attribuisco la connotazione di insieme di regole d valore assoluto.
La modalità di espressione tipica di ogni cultura o l'inconsapevolezza di (ad esempio) dsegnare rispettando simmetria e prospetiva,sono una belissima peculiarità di ogni popolo ma alla fine sono attività che piùo meno rispettano le eterne regole della matematica .
Buona giornata a te
luigi
Scritto da: luigi | 16/01/08 a 09:59
Il tuo pensiero mi è chiaro,Luigi.
Ti auguro buon pranzo perchè purtroppo stamane riesco solo a quest'ora a sedermi e rispondere.
Sempre con stima e simpatia.
Marianna.
Scritto da: marianna | 16/01/08 a 13:20
Io non ho capito una cosa, esiste o non esiste una matematica africana? Ho bisogno di una risposta, perché devo fare la mia tesina, e non riesco a relazionare l'Africa con la matematica.
Grazie,
Sandra.
Scritto da: Sandra De Cristofaro | 13/05/20 a 18:55
Io direi proprio di sì.Bisogna indagare sul piano etnografico e antropologico come hanno costruito i primi rudimenti matematici i differenti popoli dell'Africa nei diversi luoghi. Una ricerca molto impegnativa.
Marianna
Scritto da: marianna | 14/05/20 a 11:04
La ringrazio tanto!
Buona giornata,
Sandra.
Scritto da: Sandra De Cristofaro | 14/05/20 a 18:18
Chi pensa che "l'idea di matematica intesa come complesso di conoscenze di tipo universale è superata in favore del più ampio concetto di "attività matematiche" integrate in un dato contesto culturale. " non dovrebbe neppure usare il computer, e il telefono cellulare. Potrebbe prendere un bastoncino e divertirsi a disegnare dei cerchi per terra la cui interpretazione, in base a regole sconosciute e non universali, lascerebbe la massima libertà di calcolo ad ognuno. Un gioco fantastico per una scuola materna ed elementare, che permetterebbe di comprendere che la negazione degli universali corrisponde alla caduta nell'arbitrarietà totale, animista, e divinatoria. Sicuramente un'attività affascinante. Il ridurre le verità matematiche universali a relativismo culturale dimostra però la totale ignoranza in fatto di matematica. E' una forzatura ideologica con la quale si cerca di proiettare un "dipende" su verità dimostrate. Questo determina inoltre l'impossibilità di sviluppo della tecnica. Se uno crede che sia un bene inizi a spegnere il computer.
Scritto da: Germano | 27/06/21 a 12:48