L'Africa, così come la luna, possiede una faccia luminosa ed un volto oscuro.Troppo spesso dell'Africa conosciamo solo il lato buio.L'Africa è al contrario sopratutto l'altra faccia, quella luminosa, espressa dai suoi popoli attraverso la creatività, la solidarietà, la condivisione e la dignità. Ed è per questa faccia luminosa che tutti noi si deve combattere contro i mali dell'Africa.
Il PINOCCHIO NERO è un pinocchio africano che ci consente di assistere alla trasformazione dei chokora,rifiuti destinati all'inferno della strada,in esseri umani.Li osservi infatti nella rappresentazione recuperare la dignità perduta e sfuggire ad una condizione di marginalità che sembrava inizialmente inesorabile.
Della troupe che ha realizzato lo spettacolo Dario Fo,premio Nobel per la letteratura, ha detto:"Marco Ballani e Maria Maglietta sono stati bravissimi nel riuscire a dare una struttura di racconto alla pièce.Hanno fatto un lavoro egregio.
Questi ragazzi sono stati educati a muoversi con un sincronismo, una ritmica, un senso dello spazio e del respiro straordinari.In loro si nota subito una dote innata della rappresentazione del corpo che ha veramente del miracoloso.
Questo non s'insegna.... L'espressione del corpo, il loro corpo, questi ragazzi l'hanno addosso.E' nel loro DNA. Si vede come muovono i piedi, le mani, come misurano il respiro, l'appoggio,il ritorno, il silenzio, la loro posizione, l'attitude, come si dice in pantomima.
Ce l'hanno innata, naturale.E questo viene da secoli e secoli di danze, di movimento,dentro il rituale, dentro la religione,dentro la vita, dentro il respiro, la coscienza, la cultura."
"Questi ragazzi-prosegue il Nobel -provengono da una società che vanta una cultura d'alto valore.
In risposta a chi privilegia la cultura dell'avere, dell'opprimere,del rubare,dello scannare,qualcuno diceva è civile chi dà e chi prende, conosce e riconosce negli altri, indipendentemente dalla loro ricchezza il valore ed il peso di chi ha di fronte, e lo ama."
MARIANNA MICHELUZZI
In tutti gli africani il ritmo , la danza sono connaturati, sono iscritti nel DNA.
Ciò non vuol dire però, purtroppo, che anche loro ad ogni occasione, non pratichino la cultura dell'avere, del reprimere, del rubare, dello scannare, e che non si odino a morte fra di loro, non solo tra tribù e tribù, ma nell'ambito di uno stesso ceppo famigliare. Esattamente come da noi che (parlo per me) siamo negati per la dimensione ritmo.
Tesea
Scritto da: tesea | 29/11/07 a 21:36
Carissima Tesea ciò che dici è vero e vale per tutti. Ma in questo spettacolo si vuole dimostrare che è possibile il recupero dei ragazzi di strada. Naturalmente c'è solo un modo per realizzarlo ed è l'accettazione dell'altro, che si pratica solo quando tu non hai preconcetti nei suoi confronti.
Poi le considerazioni di Fo si riallacciano a cosa sono questi ragazzi che,attori presi dalla strada, sono stati capaci di mettere in piedi con naturalezza di professionisti uno spettacolo che ha fatto il giro d'Europa.
Domani sera a Settimo Milanese ci sarà la proiezione di questo spettacolo in una Festa dedicata all'Africa dal titolo"L'altra faccia della luna".
Ho scoperto ,seguendo questo discorso sull'Africa, che in Italia ci sono moltissime manifestazioni e festival cinematografici,ad esempio, dedicati all'Africa.Roma, Verona, Bari,tanto per citarne solo alcuni.
Il che vuol dire che nel nostro Paese conoscere l'Africa interessa e come.
Grazie per il tuo intervento.E vista l'ora, buona notte.
Marianna.
Scritto da: marianna | 29/11/07 a 23:41
Il ritmo e la danza sono iscritti nel DNA di tutta la razza umana. Certe culture danno più spazio aqueste manifestazioni, altre meno. Tutto qui.
Per quanto riguarda l'affermazione "siamo negati per la dimensione ritmo", vorrei far notare a Tesea che le più alte manifestazioni di ritmo e di danza vengono dalla cultura occidentale. Tanto a livello culturale come popolare.
Ciao, buona giornata
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 30/11/07 a 07:41
Caro Dragor,
mi sono espressa male anche per la fretta.
Non ho sottolineato abbastanza, e infatti ho messo come inciso tra parentesi, cher PARLAVO PER ME. Cioè io, deludendo la parte della mia famiglia dedita alla scienza - anzi alla pratica - musicale, ho dovuto presto abbandonare lo studio del pianoforte perchè non riuscivo proprio a seguire tempo e ritmo. IO sono negata.
Ciao Tesea
Scritto da: tesea | 30/11/07 a 21:40